Quello che c’è da sapere sui balli calabresi tra tradizioni e il folklore

Quello che c’è da sapere sui balli calabresi tra tradizioni e il folklore

Club Esse è presente in Calabria, questa fantastica terra tenacemente ed amorosamente attaccata alle proprie tradizioni e al proprio folklore, con ben 2 strutture.

La Calabria ha conservato molte testimonianze della vita dei suoi abitanti di un tempo.

Le ha conservate negli usi e nei costumi, nel linguaggio e nei canti, nelle danze, nella musica e nelle feste, nelle processioni, nelle cerimonie che accompagnano le nascite, le nozze ed altri importanti avvenimenti, nelle poesie e nelle leggende.

I balli calabresi

La Tarantella

La Danza popolaresca, a carattere regionale, è la tarantella, la quale tuttavia cambia, nell’impostazione e nelle figure, da zona a zona e persino da paese a paese. Ballata sugli spazi dei villaggi, nelle feste padronali o sulle vie in occasione della vendemmia o dei raccolti ma anche al chiuso, in casa o nei saloni per feste private, ricorrenze o meno, da cui “ballu nto sularu”

La Viddhaneddha

L’espressione tipica del ballo calabrese è la cosiddetta viddhaneddha. Le occasioni di ballo erano svariate: dalla festività religiosa a quelle familiari (nascita, fidanzamento, matrimonio) a quelle agresti in coincidenza con determinate evenienze (vendemmie, trebbiature, tosature delle pecore, etc.). Per quanto riguarda gli strumenti il filo melodico e affidato all’organetto, che sostituisce ormai quasi sempre la zampogna.

La Vala degli Albanesi

In alcuni paesi di origine albanese il martedi dopo Pasqua, per la celebrazione della tradizionale festa nazionale, si svolge una pittoresca manifestazione la cui parte centrale è costituita da una danza detta “vala”. La “vala” è una specie di quadriglia che viene ballata all’aperto da schiere di donne vestite coi loro sfrzosi costumi d’origine e guidate per le strade da un solo cavaliere.

Lu Cacciattacci

Canto lento e noioso, lunghissimo e implacabile, che mette a dura prova la resistenza dei ballerini e de loro…scarponi, sino a far saltare i chiodi (attacci) dalle suole. Al ritmo del “cacciattacci” ballano soltanto gli uomini e, quando non ne possono più, essi rientrano nella folla che fa cerchio alla pista, sostituiti da altri più freschi e riposati.

 

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