L’ Abruzzo e Pescara, cosa vedere e assaggiare

L’ Abruzzo e Pescara, cosa vedere e assaggiare

Club Esse è presente in Abruzzo a Montesilvano con il Club Esse Mediterraneo, struttura di 150 camere affacciata sul mare.

L’Abruzzo e Pescara ci regalano diversi siti da visitare e prodotti unici della terra.

Il Porto di Pescara è uno dei principali sull’Adriatico. Vanta un fornitissimo porto turistico ed un interessante Museo Ittico, collezione a 360 gradi sul mare, dedicato alle risorse alieutiche, flora, fauna, e anche alla navigazione e alla pesca!

Villa Urania è una delle più interessanti testimonianze architettoniche del XIX secolo in città ed ospita l’interessante Galleria Paparella Treccia-Devlet. Si tratta di una ricca collezione, donata dai coniugi Raffaele Paparella Treccia e Margherita Devlet, composta di preziose maioliche di Castelli d’Abruzzo, commissionata in gran parte dal Vaticano e dagli Asburgo.

Pescara è la città del Vate, il sommo Gabriele d’Annunzio. D’Annunzio è stato un poeta ed intellettuale fra i più importanti in Italia, e non solo, fra ottocento e novecento. Personalità eclettica e dibattuta, incarnò l’ideale dell’artista decadente, narciso, edonistico, voluttuoso, e superomistico, vivendo una vita sopra le righe, estetizzandola e mitificandosi.

Il Tempio della Conciliazione è la nuova cattedrale degli anni trenta del novecento, che sorge sul sito dell’antica chiesa di San Cetteo. Fu progettata da Cesare Bazzani, sotto il patrocinio estetico di Gabriele d’Annunzio che lungamente consigliò il celebre architetto romano. Ospita la tomba della madre del Vate, impreziosita da una bella tela del Guercino, proveniente dai patrimoni di famiglia.

Vicino al Porto-Canale, si staglia maestoso il settecentesco

 

, poderosa costruzione ed eredità del regno spagnolo.

L’olio e il vino sono i prodotti eccellenti della provincia di Pescara, ambedue “incoronati” con ripetuti premi nazionali e internazionali.

L’olio ha il riconoscimento dall’Unione Europea di denominazione di origine protetta (dop) di “Aprutino Pescarese”, e il vino ha la denominazione di origine controllata (doc) per il trebbiano asciutto e delicato e per il montepulciano corposo e fruttato.

Non sono da meno i fichi secchi della Val Pescara (a Turrivalignani si chiamano “libretti” per la particolare forma), il pecorino di Farindola (particolarmente digeribile per il tipo di caglio usato), il saporito pecorino di Caramanico, le mozzarelle e il pane di Sant’Eufemia a Majella, i liquori (famosi nel mondo) come la Centerbe di Tocco da Casauria e l’Aurum di Pescara, i fagioli tondini bianchi di Loreto Aprutino, le cipolle di Cappelle sul Tavo (c’è anche una contrada che si chiama Cipollara), le salsicce sott’olio di Cepagatti.

Molto interessanti sempre per la qualità sono alcune micro realtà produttive come il miele, le verdure sottolio, i fiori e le piante da vivaio.

Troviamo quindi il pesce sul mare e l‘agnello in montagna, i fagioli e le verdure in collina, mentre la pasta fatta a mano, bianca o all’uovo, è ovunque. La sapienza della cucina non dimentica l’eleganza dei colori della natura e nel brodetto troviamo il verde del peperone, il rosso del pomodoro e l’argento dei pesci, il giallo intenso dei maccheroni alla chitarra che sposa il rosso del pomodoro e l’avorio del pecorino.

La prevalenza di carni e formaggi ovini in montagna sono il contraltare alle verdure e alla carne di maiale delle vallate e delle piane.

“Lu cif e ciaf”, tocchi di guanciale di maiale cotti con abbondanti spicchi “vestiti” d’aglio (con la buccia), tanto rosmarino e qualche pezzo di peperone secco dolce, è solo uno dei piatti che accompagnano il rito della macellazione del maiale, occasione godereccia importante per festeggiare l’ultimo freddo dell’anno che può verificarsi da dicembre a febbraio.

 

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